L’evoluzione professionale di Chiara Cecilia Santamaria è una storia di creatività, determinazione e adattamento. Dai primi passi nel mondo digitale fino alla pubblicazione di romanzi fantasy e alla creazione di un’agenzia, il suo stile di comunicazione è rimasto sempre riconoscibile. Ma come si riflette questa coerenza nella scelta dei suoi outfit?
In questa intervista, esploriamo il suo rapporto con la moda: dalle scelte quotidiane a quelle più strategiche per eventi e anteprime, fino alla sua passione per il cosplay e la decisione di collaborare con una stylist.
Comincerei parlando di te: ti va di presentarti brevemente e di parlarci del tuo percorso professionale?
Come è cambiato il tuo percorso lavorativo da quando hai iniziato il blog “Machedavvero”?
In realtà i tempi non erano ancora maturi per guadagnarci, però è stata una vetrina per collaborare con i principali magazine nazionali: ho avuto una rubrica su Cosmopolitan, ho collaborato con Gioia e Vanity Fair, ho scritto un libro… è stato comunque un trampolino di lancio a livello di scrittura.
Cosa significa per te comunicare online oggi, rispetto a quando hai iniziato?
La comunicazione è cambiata tantissimo: si sono evoluti i social e con loro è cambiato il modo di comunicare. Ho ho sempre cercato comunque di restare aggiornata, anche grazie alla mia naturale curiosità per questo mondo: sono passata dal blog a YouTube, a Instagram e adesso sono su TikTok. Devo dire che è sempre andata bene.
Hai parlato spesso del concetto di autenticità nei tuoi contenuti: quanto conta questo valore nel tuo lavoro?

Nel corso degli anni, come hai visto evolvere il tuo pubblico? C’è qualcosa che ti sorprende particolarmente della tua community?

Qual è stata la sfida più grande che hai affrontato nel passaggio da blogger a autrice di libri, e come l’hai superata?

C’è qualcosa che non saresti disposta a fare, anche se potrebbe sembrare una “scelta giusta” dal punto di vista professionale?
Sì, ovviamente.

Questa è una scelta che ho fatto nonostante per questo abbia poi perso molti lavori e molte occasioni.

Parlando di abbigliamento, invece… Come definiresti il tuo Stile Personale? Come si è evoluto nel tempo?

Se dovessi descrivere il tuo stile attraverso un film o un personaggio cinematografico, quale sceglieresti? E in che modo quel personaggio, attraverso l’abbigliamento, rispecchia la tua visione di te stessa?

C’è un momento particolare in cui ti sei resa conto che l’abbigliamento non era solo qualcosa da indossare, ma un mezzo per raccontare chi sei davvero?

Lo stile personale è il risultato di personalità, necessità quotidiane e lavorative, gusti e accessibilità di capi e accessori. Quale aspetto privilegi quando crei un outfit per un’occasione speciale, come una presentazione o un evento importante? C’è mai stato un look che ti ha fatta sentire più forte o sicura di te stessa?

Il modo in cui scegli i tuoi outfit quotidiani o i look per le anteprime mostra sempre una cura incredibile nei dettagli. Come decidi quale elemento del tuo look deve spiccare di più? È un processo che segui con coscienza o lasci che l’ispirazione arrivi spontaneamente?
Direi che è un processo che io seguo creativamente rispetto alla tematica del film o dell’evento a cui partecipo. Mi piace essere a tema, creare questo mix borderline tra fashion e cosplay entrando nel mood e diventando anche io un elemento immersivo di quell’evento.
Hai mai indossato un capo o un accessorio che inizialmente non ti rappresentava completamente, ma che poi, col tempo, è diventato un pezzo irrinunciabile del tuo guardaroba? Come ti ha fatto sentire questo cambiamento?

Molti dei tuoi look sono pieni di dettagli e riferimenti che raccontano una storia. C’è qualche dettaglio particolare in un tuo outfit che ha un valore simbolico per te? Qualcosa che indossi con l’intenzione di ricordarti un valore o una lezione che ti è stata importante?
In realtà no, ogni volta mi piace inserire elementi diversi. Non indosso tantissimi gioielli ed è anche questa una mia scelta di stile, però per molto tempo ho indossato una collanina che riportava un dettaglio di Baldur’s Gate, gioco che io ho amato molto, ed era la cicatrice di un personaggio che si chiama Astarion.
Ti è mai capitato di scegliere un outfit in base a come volevi essere percepita da chi ti stava guardando ma poi ti sei accorta che, in realtà, ti faceva sentire un’altra persona?
In realtà non mi è mai successo, però se succedesse lo prenderei comunque come “un incidente piacevole”: spingermi fuori dalla mia comfort zone anche nell’abbigliamento è qualcosa che mi permette di sperimentare e di trovare un po’ la mia strada. Essendo una persona molto eclettica comunicare cose diverse mi fa sentire comunque a mio agio.
Su Instagram hai cominciato a mostrarti negli abiti dei personaggi di serie tv e film molto prima che fosse mainstream, soprattutto in Italia. Quanto ha influito l’ambiente londinese in questo? Pensi che se fossi stata in Italia sarebbe cambiato qualcosa?

Affidarti a una stylist per i look delle anteprime è una decisione che richiede una grande fiducia nel processo creativo e nella visione di un’altra persona. Cosa ti ha spinto a fare questa scelta e quali aspettative avevi riguardo a questa collaborazione?

Per concludere ti chiederei di parlare direttamente alle donne, imprenditrici e non, che desiderano esprimere la propria personalità attraverso lo stile senza compromettere la loro credibilità professionale. Cosa consiglieresti loro?
Io consiglierei sempre di fregarsene di quello che pensano gli altri. C’è tantissimo giudizio su come una persona si presenta, o non si presenta: la vita è troppo breve per vestirsi come vogliono gli altri e rispettare le aspettative degli altri.

Le parole di Chiara dimostrano come la moda non sia solo una questione estetica, ma uno strumento per raccontare la propria storia e rafforzare il proprio brand personale, un mezzo espressivo tanto quanto la scrittura o il content creation.
La scelta dei look da indossare, nel quotidiano o per gli eventi, è per Chiara un modo per raccontare la propria voglia di sperimentazione, restando coerente con sé stessa.
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