Quando si parla di abiti da sposa e mondo bridal, l’immaginario collettivo corre subito a tessuti candidi, silhouette morbide e tradizioni centenarie. Ma c’è chi ha scelto di riscrivere le regole, puntando tutto sulla libertà di espressione e sull’unicità di ogni sposa.
Cristina Gavioli, sui social @mariacristinagavioli, è una sarta che ha fatto dell’approccio unconventional la sua firma stilistica, riuscendo a portare nel mondo bridal un messaggio potente: ogni persona merita di sentirsi rappresentata, senza dover rinunciare al proprio stile, ai propri gusti e alla propria storia.
In questa nuova intervista per Imprenditrici con Stile, Cristina racconta il suo percorso, la sua visione della moda, e l’importanza di non chiedere mai il permesso per essere se stesse.
Comincerei l’intervista parlando di te: ti va di presentarti brevemente e di parlarci del tuo percorso professionale?
Ciao, sono Cristina e sono una sarta di abiti da sposa UNCONVENTIONAL.

Grazie ai miei genitori che mi hanno sempre supportata, ho trovato un piccolo locale sono partita. A dicembre 2024 ho fatto un ulteriore passo avanti e ho conquistato un nuovo locale, più grande e più carino.
Quando si pensa a una stilista di abiti da sposa, l’immaginario comune suggerisce un’estetica molto precisa. Il tuo stile personale, però, si discosta da questo stereotipo. Come lo descriveresti?
Lo definirei come il MIO stile.

Ho deciso di mettere solo scarpe comode per i miei piedi perchè la vita è già abbastanza complicata senza dover mettere scarpe strette e scomode.
In un settore così codificato come quello bridal, quanto è difficile portare innovazione senza perdere l’identità della tradizione?
Penso che che quella che porto io non sia un’innovazione nel settore bridal, ma nella mentalità delle spose. Cerco di far capire che la cosa importante è soddisfare se stesse, perchè le persone avranno sempre qualcosa da ridire. Adoro lavorare con persone che apprezzino la libertà di esprimersi liberamente anche nell’abbigliamento.
L’abito da sposa è uno dei capi più emotivamente carichi nella vita di una persona. Come vivi il rapporto con le clienti? Qual è la richiesta più particolare che ti è mai stata fatta?
Ho un vissuto di bullismo e prese in giro per il mio fisico, quindi quando mi trovo davanti una futura sposa cerco di comprendere e di abbracciare le sue insicurezze. Ogni persona ha le sue fragilità e vanno comprese per poterci lavorare bene insieme. Ripensando a tutti gli abiti che mi sono stati richiesti non mi sembra ci sia mai stata una richiesta iper particolare, perchè ogni singolo abito era diverso dall’altro e rappresentava totalmente la sposa che l’ha scelto. Mi sono stati chiesti modelli lunghi, corti, anni ’50, con brillantini ovunque, colorati, con pizzi riutilizzati da vecchi abiti, nuovi abiti partendo da abiti delle mamme o delle nonne, pizzi colorati, abiti medioevali, abiti da elfi o da fatine. Ogni abito ha la sua particolarità .
Esiste una fase della creazione che trovi particolarmente emozionante?

Come bilanci la tua visione creativa con le esigenze (e le insicurezze) delle spose che si affidano a te?
Il mio gusto non esiste quando creo per le mie spose. Di mio ci metto le mie mani, la mia testa per costruire i modelli e il mio cuore per comprendere chi ho davanti. Il mio gusto personale lo uso solo per fare i miei abiti. Per questo motivo mi reputo una sarta e non una stilista: non porto il mio stile personale negli abiti ma porto lo stile di ogni singola spos.
Secondo te, l’abito da sposa deve rispecchiare solo il sogno della sposa o anche il suo stile quotidiano? Cosa significa per te creare un abito che non sia solo bello, ma anche rappresentativo della persona che lo indossa?

Negli ultimi anni, il mondo bridal sta cambiando: abiti più versatili, colori inusuali, silhouette diverse. Come vedi il futuro della moda sposa?
Dal mio punto di vista questa evoluzione è la normalità, è come dovrebbe essere. Per il futuro spero che le spose si sentano sempre più libere di scegliere seguendo i loro sogni e i loro gusti, senza accontentare nessun altro, non solo nel giorno del loro matrimonio ma nella vita di tutti i giorni.
Quali cliché della moda bridal butteresti via senza rimpianti?
Odio i cliché, li eliminerei tutti. Credo nell’espressione della propria unicità, quindi nella possibilità di scegliere ogni singolo dettaglio del proprio abito da sposa perchè rientra nel propri gusti e non perchè “è tradizione”.
La mia rubrica si chiama “Imprenditrici con Stile”, perché vorrei che si scardinasse l’idea che la Donna Imprenditrice debba essere solo quella in tailleur scuro, tacchi alti e valigetta. Per questo, vorrei parlare anche del tuo stile personale e del tuo rapporto con la moda.
Cristina, il tuo stile è davvero unico e fuori dagli schemi. Come lo descriveresti a chi non ti conosce?

Quali sono i capi e gli accessori che ti rappresentano di più? C’è qualcosa che consideri un vero e proprio “marchio di fabbrica” del tuo modo di vestire? C’è un capo o un accessorio che senti come una sorta di “amuleto” quando lo indossi?

Qual è il pezzo più particolare che possiedi nel tuo armadio, quello a cui tieni di più e che sei particolarmente fiera di avere nell’armadio?

Immagina di creare una moodboard che rappresenti al 100% il tuo Stile Personale: quali immagini e reference useresti? Quali parole chiave useresti per ricercare le immagini?

Come scegli i tuoi look in base agli impegni della giornata? Sei istintiva o studi con attenzione gli abbinamenti?
Non creo il mio look in base agli impegni ma in base al mio mood della mattina. Preferisco seguire come mi sento per essere più a mio agio possibile.
Hai mai pensato di creare una collezione che fosse più vicina al tuo modo di vestire quotidiano?

Per concludere ti chiederei di parlare direttamente alle donne, imprenditrici e non, che desiderano esprimere la propria personalità attraverso lo stile senza compromettere la loro credibilità professionale. Cosa consiglieresti loro?

In un settore che spesso impone regole non scritte, Cristina Gavioli dimostra che l’unica vera tradizione da rispettare è l’autenticità. Con il suo lavoro, non solo realizza abiti, ma accompagna ogni sposa in un percorso di riscoperta di sé, senza compromessi.
La sua storia ci ricorda che lo stile non è una questione di convenzioni, ma di libertà: quella di scegliere chi essere, ogni singolo giorno e di farlo indossando capi che parlino davvero di noi.